Pasta in Tricolore
Sono passati 70 anni dal 25 Aprile 1945 quando gli Italiani iniziarono a vedere la loro vita sotto una luce diversa, pieni di voglia di fare e di ricostruire.
Molti produttori, inseriti nel paniere di Prelibata, iniziarono proprio in quegli anni di guerra la loro produzione, per sfamare la loro famiglia e quelle del paese dove vivevano.
Possedere quattro mucche a quel tempo era una gran ricchezza, perché permetteva di produrre un po’ di formaggio per sé e per il paese, come mi ha raccontato Gregorio del Presidio Slow Food “Il tesoro del Bruna”che continua a produrre il vero “Stracchino”, formaggio che insieme alla polenta ha sfamato il paese di CorniMagna per anni.
Il cibo era una preziosa merce di scambio insieme al saper fare, un bricco di olio in cambio di un po’ di farina, una bottiglia di vino in cambio di un po’ di formaggio, una bottiglia di latte in cambio della sistemazione di un cappotto e così via.
Tutto aveva la sua stagionalità e i piatti messi in tavola cambiavano di stagione in stagione così che un piatto come la parmigiana di melanzane si mangiava solo in estate e quando era finita la produzione delle melanzane si aspettava l’anno successivo e così via.
Erano tempi difficili, è vero, però tutto aveva il suo giusto valore e questo creava un giusto ordine nelle cose.
Il cibo era sacro e veniva al primo posto nella scala dei valori, delle necessità della vita.
Ora nella nostra scala dei valori tutto si è rovesciato e di sicuro il cibo non ha più questa sacralità, sfruttiamo i terreni, non rispettiamo la stagionalità e soprattutto giudichiamo opportunità dei cibi che costano sempre meno senza preoccuparsi di che qualità può esserci dietro ad un prezzo che non paga nemmeno l’involucro che lo contiene.
La Coldiretti dice che ritorneremo a dare il valore giusto all’alimentazione, a ri-conoscere il valore del cibo come medicina della vita, questa sarà la nostra liberazione e avremmo così fatto onore a tutti quegli uomini e quelle donne che hanno lottata per tramandarcela, insieme, pur avendo patito la fame, alla
grande tradizione culinaria, l’oro della nostra bella Italia.
INGREDIENTI.
I pesi di questo piatto sono fatti con l’unità di misura dei cuochi, l’occhio e la mano;)
500 gr di fusilli tricolore, fusilli fatti a mano da Mario Pollio di Pasta e.. con farina di semola, pomodoro e spinaci.
Parmigiano grattuggiato
Crema di Parmigiano
Burro
2 cucchiai di patè di pomodorini secchi per fare i crostini
Foglie di Basilico Fresco
Salsa di Pomodoro per fare una crema di pomodoro tipo Scarpariello
PREPARAZIONE
- Mettete la pentola con abbondante acqua sul fuoco, al momento della bollitura salate
- Nel frattempo che l’acqua inizia a bollire, mescolate una manciata di formaggio parmigiano con 1-2 cucchiai di patè di pomodorini secchi, una volta che li avrete bene amalgamati, metteteli in una padellina da crepes come se fossero una frittata. Quando il formaggio si sarà sciolto formando proprio una specie di crepes rossa, fatelo scivolare in una piatto piano e aspettate che si raffreddi.
- In una ciotolina mettete un po’ di pesto e con un po’ di acqua della pasta rendetelo una crema.
- Mettete sul fuoco a fiamma bassa in un pentolino un po’ di salsa di pomodoro e abbondante burro e lasciate che il burro si sciolga girando ogni tanto, quando si sarà sciolto, aggiungete un po’ alla volta 2- 3 manciate di parmigiano e alla fine guarnite con tanto basilico. Questo salsa è un’imitazione dello Scarpariello, un sugo napoletano che però viene fatto con i pomodori SanMarzano.
- Buttate la pasta e aggiungete nell’acqua un po’ di olio.
- Scolate la pasta e suddividetela per colore così da comporre gli abbinamenti:
- Per la pasta di semola semplice, mettete alla base sul piatto la crema di pomodoro, sopra la pasta e al centro il pesto leggermente diluito con l’acqua di cottura.
- Per la pasta di spinaci metteteci sopra la crema di parmigiano con i pezzettini di crostino di parmigiano con i pomodorini secchi.
- La pasta al pomodoro conditela invece con la crema di parmigiano a cui aggiungerete il parmigiano grattugiato e il basilico.
Et voilà l’impiattamento patriottico!
Poi tutto si mescola, liberando … è il caso di dirlo … sapori autentici!)
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