L’Oro di Puglia

Si sprecano le ipotesi da dove nasce la parola tarallo, dal greco “daratos”, dal latino “torrère”… è meglio dire non confondiamo i taralli o ad ognuno il tarallo suo!

 

Si dice infatti che il primo fu quello greco, ed è dal daratos, “sorta di pane” che nascono i taralli pugliesi, chiamati anche  “tarallini” da non confondere con il “tarallino” che è invece quello napoletano che, seppur anch’esso tondo, è  intrecciato  ed ha  ingredienti diversi come la sugna, il pepe e la mandorla.

I tarallini pugliesi si diffondono in Italia prima di quello napoletano, risultano essere fin dall’inizio piccoli, lisci e arricchiti di ingredienti e di spezie tipiche della terra di Puglia;  nascono come una sorta di pane, solo in seguito verrano impreziositi dall’olio del tavoliere di Puglia.

Nicola, produttore dell’Oro di Puglia,  ha, da sempre, la passione per la  cucina pugliese  e nel 1970 inizia a realizzare il suo sogno, quello di avere un forno per produrre le tipicità pugliesi come si faceva una volta, artigianalmente, senza le tecnologie e gli acceleratori che vengono usati oggi nelle produzioni industriali.

E’ inutile spiegare quanto sono buoni questi taralli, basta solo assaggiarli per capirne il valore, basta “ascoltare” le proprie papille gustative, mentre e  dopo averli mangiati,

hanno un  sapore pieno, nel quale si distinguono chiaramente gli ingredienti usati, come l’olio extravergine, la cipolla, l’uva passa, il pomodoro, le olive, le cime di rapa,  tutti ingredienti selezionati e provenienti dal tavoliere. Nicola oggi ci prepara  i suoi taralli  dell’Oro di Puglia  in 6 gusti.

Tutti rigorosamente lavorati a mano, i taralli seguono le procedure semplici della tradizione pugliese di antiche ricette e, come ci tiene a precisare Nicola, vengono preparati attraverso 6 passaggi fondamentali:

 

  1. Si impastano  gli ingredienti selezionati seguendo con rigore la ricetta tradizionale
  2. Si lascia riposare l’impasto così da farlo lievitare correttamente e naturalmente
  3. Si compone a mano ogni singolo tarallo, dando una forma diversa ad ogni gusto
  4. Si procede a bollitura immergendo i  taralli in acqua bollente  così da prolungarne la  conservazione e conferire la classica friabilità.
  5.  Si procede ad asciugarli, per poi  continuare la cottura in forno a 180°
  6. Una volta raffreddati, i taralli si confezionano a mano, sigillandoli con cura.

 

C’è poi un 7° passaggio ma è il nostro, che affascinati, ci riguardiamo il video di come vengono preparati, li sgranocchiamo uno dopo l’altro e  bevendoci sù una buona birra artigianale o un buon vino. 🙂

E voi che cosa aspettate a fare questa esperienza di gusto?

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