• Odore di Chiuso di Marco Malvaldi recensione

Odore di chiuso di Marco Malvaldi

Odore di chiuso, di Marco Malvaldi, editore Sellerio, 2010

Con questo titolo, menzionato solo una volta a proposito di una cantina, l’autore ci fa capire che ci troveremo in un ambiente che ha un urgente bisogno di una ventata di aria nuova. 

Odore di Chiuso è un giallo storico, i fatti narrati si svolgono nel 1895, anno che l’autore sceglie come momento di grandi cambiamenti.

Tutto si svolge in un castello della Maremma,  dove il tempo sembra essersi fermato. 

I personaggi di questo giallo storico sono tutti ben delineati e vengono tratteggiati con molta ironia.

Il padrone del castello, settimo barone di Roccapendente, è Romualdo Buonaiuti.  Insieme a lui vivono i tre figli: Gaddo, Lapo e Cecilia, molto diversi tra loro.

La madre baronessa Speranza con la sua dama di compagnia, la signorina Barbarici, due caricature per non parlare delle cugine Cosima e Ugolina, zitelle attempate, ma speranzose.

Anche la servitù, ha un bel ruolo nel racconto. Teodoro il maggiordomo, la cuoca Parisina, la giovane cameriera Agatina e il fattore Amodei fanno parte della narrazione quasi come dei personaggi da operetta.

Dopo il fattaccio, l’omicidio, si aggiungono il medico e il delegato Artistico, una sorta di rappresentante delle forze dell’ordine.

Infine gli ospiti, il fotografo Ciceri invitato per immortalare la famiglia in tenuta di caccia e il gastronomo romagnolo Pellegrino Artusi, scrittore ormai famoso di un testo di cucina.

 La trama di Odore di Chiuso di Marco Malvaldi

Nella quiete quasi noiosa della Villa, il barone di Roccampendente ospita per un fine settimana i due ospiti. La famiglia attende curiosa l’arrivo di questo commerciante romagnolo autore di un testo di cucina.

Cosa alquanto strana un panorama di fine 800 con letterati portati alle grandi opere, al capolavoro che sopravvive immutabile al passare del tempo.

Il barone, ha conosciuto Pellegrino Artusi durante un soggiorno alle Terme di Montecatini. Lo ritiene un uomo interessante, colto e ricco di humor, utile a fornirgli informazioni sull’idea di un nuovo business da intraprendere. 

Anche il secondo ospite, il fotografo Ciceri è presente per fare le foto utili a queste nuova attività, ma i i famigliari hanno qualche sospetto al riguardo di entrambi gli ospiti.

In questo fine settimana destinato alla battuta di caccia e alla valutazione dei manicaretti della cuoca Parisina, avvengono due episodi che sconvolgono i piani stabiliti del barone e anche dei suoi ospiti.

Viene trovato morto il maggiordomo e il nobile barone viene colpito a pallettoni con uno dei suoi fucili da caccia.

Il delegato Artistico e il medico Bertini, due bei personaggi nella scrittura ironica del Malvaldi, avranno un bel da fare tra scoprire il colpevole e arginare i comportamenti sopra le righe dei famigliari.

Per fortuna, il gastronomo sornione e ironico è un attento osservatore e appassionato lettore di gialli di Conan Doyle.

Pellegrino Artusi, in Odore di Chiuso, tiene un diario quotidiano dove appunta gli elementi di una ricetta che ha rubato alla cuoca del castello, che è questo polpettone all’uso zingaro, ma anche annotazioni e riflessioni su tutto e tutti. 

Sono proprio queste riflessioni ad aiutare il Delegato Artistico a far luce sui crimini. 

La soluzione dell’omicidio travolgerà le secolari certezze di un mondo ormai in declino.

La nobiltà parassitaria, sarà costretta a fare i conti con una realtà in veloce cambiamento.

 La mia recensione: te lo consiglio perché…

Questo libro ha la struttura di un “giallo”, ma è molto di più del racconto di un omicidio e della sua soluzione.

È un affresco di un ambiente e di un’epoca ormai superata. 

Una nobiltà nullafacente, che guarda dall’alto in basso tutti gli altri e che cerca di resistere ai cambiamenti, pensando che fermare il tempo sia un diritto di classe. Diventando così, senza rendersene conto, delle caricature fuori moda.

Il modo di pensare dei “borghesi” spinto verso una società più moderna si scontra con il pensiero dei nobili baroni:

dalla visione della donna, “ottocentesca”, al pensare di godere di impunità per qualsiasi malefatta.

Come dice la baronessa Speranza: “Non siamo abituati a rendere conto a nessuno della nostra condotta. Siamo baroni e siamo abituati a rendere conto come minimo ad un conte”.

Romualdo, dissipatore delle ricchezze di famiglia. Gaddo, presuntuoso poeta irrealizzato. Lapo, dedito a una vita di piaceri che delle donne pensa “se donna è bella, la si tromba, se donna è brutta, si tromba qualcun’altra”. Le cugine zitelle e la baronessa Speranza, fanno tutti parte, a pieno titolo, di “questo” mondo.

Cecilia, la figlia, è l’unica che vorrebbe emanciparsi, ma le viene vietato dagli obblighi del rango.

A fare da contraltare a questo mondo e a questi personaggi, Malvaldi, non a caso, oppone, in particolare, Pellegrino Artusi, che ho trovato molto corrispondente con il personaggio storico.

Uomo timido, discreto, rispettoso, convinto sostenitore del valore e dell’emancipazione della donna è, da mazziniano laico, sostenitore di una vera unità dell’Italia. Ma è anche, immancabilmente, uno scapolo impenitente e un appassionato di una cucina accessibile a tutti.

Insomma, in questo libro, dalla lettura piacevolissima, ce n’è per tutti i gusti.

Libro Odore di Chiuso di Marco Malvaldi

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Ricetta del polpettone all’uso zingaro di Pellegrino Artusi

Ricetta della cuoca Parisina, estorta con grazia e galanteria da Pellegrino Artusi durante il soggiorno a Roccapendente.

La cuoca gli ha dettato la ricetta per premiare le doti da investigatore che l’Artusi ha dimostrato di avere nelle complicate vicende e perché alla fine, quell’uomo così strano gli stava simpatico.

Non ti dico di più altrimenti capisci chi è l’assassino.

Questo polpettone, che a parte l’utilizzo del forno, si addice molto al periodo estivo è stato particolarmente apprezzato dai miei familiari.

Ti ho scritto la ricetta originale dell’Artusi, ma io qualche piccola modifica l’ho fatta…come scrivo sempre, le ricette vanno seguite ma ognuno poi ci mette del proprio!

Ingredienti

  • Tonno sott’olio gr 500
  • Peperoni gialli n.2
  • Pane raffermo gr 300
  • Olive nere taggiasche gr 100
  • Uova n. 2
  • Latte decilitri 2
  • 3 cucchiai di Olio
  • Burro gr 20
  • Pangrattato gr 40
  • Panna della più fine 0,5 decilitri
  • Costole di sedano lungo un palmo n.3
  • Prezzemolo

Preparazione

  1. Passa i peperoni sulla fiamma per spellarli con facilità. Io li metto in una bistecchiera calda e li lascio a bruciacchiarsi la pelle, girandoli in ogni parte. Poi li metto dentro un sacchetto di pane e lascio che si raffreddino. Poi procedo togliendo la pellicina, che a questo punto viene via facilmente. Lavali, elimina i semi e tagliali a pezzetti.
  2. In una ampia padella, fai soffriggere il sedano a fettine sottili e, quando avrà preso colore, aggiungi i peperoni e falli cuocere per il tempo “di una saluta ad una dama”. Così scriveva Pellegrino Artusi nel suo diario, io aggiungo i tempi di:
  3. Mettere nel frattempo il pane ad ammollare nel latte dopo averlo fatto alzare il bollore.
  4. Aggiungere indi il tonno dopo averlo sbriciolato con una forchetta, e lasciare che si ritiri.
  5. In successione, sempre girando, aggiungere olive snocciolate, il pane ammollato e strizzato, prezzemolo, sale e pepe. Lascia raffreddare.
  6. In una ciotola riprendi il composto, intridendolo con le uova e lavorandolo bene con le mani.
  7. Poi legare con la detta panna.
  8. Si unge quindi una teglia di rame stagnata e si spolverizzi con la metà del pangrattato e cuocerlo nel forno o nel forno da campagna.

Questa dose potrà bastare per quattro persone, ed anche di più se si accontentano. Così scrive l’Artusi mentre noi abbiamo mangiato in dieci…sono cambiate le dosi negli anni!

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My Recipe

Prep Time: 15 mins
Cook Time: 30 mins
Yields: 18

Ingredienti

  • 2 Cups - Organic Plain Flour

Preparazione

  1. Passa i peperoni sulla fiamma per spellarli con facilità. Io li metto in una bistecchiera calda e li lascio a bruciacchiarsi la pelle, girandoli in ogni parte. Poi li metto dentro un sacchetto di pane e lascio che si raffreddino. Poi procedo togliendo la pellicina, che si toglie facilmente. Lavali ed elimina i semi e tagliali a pezzetti. In una ampia padella, fai soffriggere il sedano a fettine sottili e quando avrà preso colore aggiungi i peperoni e fai cuocere per il tempo di una saluta ad una dama. Così scriveva Pellegrino Artusi nel suo diario, io aggiungo i tempi di Mettere nel frattempo il pane ad ammollare nel latte dopo averlo fatto alzare il bollore. Aggiungere indi il tonno dopo averlo sbriciolato con una forchetta, e lasciare che si ritiri. In successione, sempre girando, aggiungere olive snocciolate, il pane ammollato e strizzato, prezzemolo, sale e pepe. Lascia raffreddare. In una ciotola riprendi il composto, intrindendolo con le uova e lavorandolo bene con le mani. Poi legare con la detta panna. Si unge quindi una teglia di rame stagnata e si spolverizzi con la metà del pangrattato e cuocerlo nel forno o nel forno da campagna. Questa dose potrà bastare per quattro persone, ed anche di più se si accontentano.

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