• primo piatto integrale

Pasta integrale con cavolo cappuccio e uovo in camicia

La pasta integrale con cavolo cappuccio e uovo in camicia è una ricetta sostenibile per contribuire al progetto di promozione alla sostenibilità e alla sana alimentazione promossa dall’azienda Pasta Berruto 1881.
La sostenibilità di un piatto non è dato solamente dagli ingredienti usati, ma viene dato anche dalla consapevolezza che questi ingredienti sono stati prodotti in ambienti dove il rispetto per la natura e le persone è messo al primo posto.

Ingredienti:

  • Spaghetti integrali Berruto 1881 linea Bio
  • Cavolo cappuccio coltivato in un fattoria sociale poco lontano da casa: Il pomodoro
  • Uova di gallina allevate nella fattoria sociale
  • Olio evo dell’azienda agricola Le Grottelle a Massa Lubrense, cari amici che ci spediscono al nord il loro olio profumato
  • Pane integrale secco e sbriciolato
  • mezzo bicchiere di aceto di mele

Quantità per persona:

  • intorno ai 100 gr di pasta per persona
  • ¼ di cavolo cappuccio medie dimensione a persona
  • 1 uovo fresco
  • un cucchiaio di olio evo a persona

Preparazione:

  1. metti sul fuoco la pentola per la pasta con abbondante acqua:
  2. taglia sottilmente il cavolo cappuccio e lavalo;
  3. sbriciola il pane vecchio e mettilo  tostare in forno o in una padella con un filo di olio;
  4. metti una seconda pentola sul fuoco con acqua e il bicchiere di aceto, per le uova in camicia;
  5. quando l’acqua della prima pentola bolle, aggiungi il sale e versa il cavolo cappuccio insieme agli spaghetti
    nel frattempo, sguscia 1 uovo alla volta e mettilo in una tazzina, forma un vortice nell’acqua della seconda pentola, quando sta sobbollendo e versa al centro l’uovo. Timer 3 minuti e l’uovo sarà pronto.
  6. Scola gli spaghetti e forma dei nidi, poni al centro l’uovo in camicia;
  7. condisci con l’olio e il pane tostato.

 

Differenza pasta integrale e normale

Per questa mia ricetta ho utilizzato la biologica integrale di pasta Berruto 1881. La biologica di Berruto è prodotta solo ed esclusivamente con grani provenienti da filiera italiana.

La pasta è uno degli alimenti più conosciuti al mondo ed è soprattutto uno dei simboli della cucina italiana e della dieta mediterranea.

Tra le varie proprietà, la pasta accelera il metabolismo perché i suoi carboidrati hanno dei tempi di assorbimento lunghi, riesce a saziare più a lungo e fornisce a fisico e mente gli zuccheri complessi necessari.

Chiaramente tutto questo avviene quando il condimento scelto è a base di verdure o semplicemente con del pomodoro fresco. Essendo un alimento facilmente digeribile, dona al cervello gli zuccheri che servono per mantenere la concentrazione, l’attenzione e la gestione dei momenti di stress per la presenza delle vitamine del gruppo B. Così come il glucosio contenuto nella pasta fa aumentare senso di benessere dato dalla serotonina.

Povera di sodio, protegge il cuore e la circolazione del sangue per il suo basso indice glicemico rispetto ad altri carboidrati.

Dopo averne magnificato le peculiarità, siamo pronti per analizzarne le differenze tra pasta integrale e quella normale.

La pasta bianca, di cui esistono diverse tipologie a seconda della farina adottata o del tipo di impasto con o senza uova, è ricavata dalla farina bianca che quindi viene privata della sua parte fibrosa, la crusca e del germe di grano.

Per questo motivo, risulta essere più povera di proteine, sali minerali e vitamine. Questa separazione della parte più interna e tenera del grano, chiamata endosperma, da quella esterna più grezza avviene attraverso un processo di raffinazione, per cui la pasta viene macinata e setacciata più volte.

A seconda di quante volte la farina di frumento viene raffinata, si possono ottenere  farine di tipo 2, di tipo 1, di tipo 0 e 00.

La pasta integrale invece è composta da farina integrale che non viene setacciata e si ottiene con un solo processo di macinazione.

La differenza principale è nel fatto che viene utilizzata in toto, quindi con tutte le parti del grano, comprese anche quelle più esterne del chicco, costituito da crusca, endosperma e germe.

Le sue caratteristiche principali sono un alto contenuto di fibre, un indice glicemico basso e buon contenuto in amido, sali minerali e pochi grassi.

Mentre la pasta normale può essere secca, preparata quindi con farine di semola di grano duro e acqua, oppure fresca, come quella all’uovo, che può contenere piccole percentuali di farina di grano tenero, la pasta integrale si ottiene dalla miscelazione di acqua e semola integrale di grano duro.

Se da un punto di vista calorico non vi è molta differenza tra le due, solo 30-40 kcal, quando si comincia una dieta ipocalorica, si tende ad utilizzare la pasta integrale per la sua ricchezza di vitamine, di sali minerali e soprattutto di fibre che combattono la stitichezza, riducono l’assorbimento di grassi e colesterolo ed hanno un maggiore potere saziante.

Attenzione però a queste fibre, dato che non sono per tutti, perché, se sono perfette per diabetici e persone obese, non sono adatte, per esempio, a chi soffre di colon irritabile, in quanto creano fermentazione intestinale, o agli anziani, in quanto le fibre insolubili sono un po’ più difficili da digerire.

Comunque è sbagliato pensare che con la sola pasta integrale si possa coprire il fabbisogno di fibre necessario per il nostro corpo perché dovremmo mangiarne almeno 400 grammi al giorno e per tutto l’anno, cosa, se non impossibile, altamente improbabile, meglio quindi se accanto ad una normale porzione di pasta aggiungiamo anche verdura, frutta e soprattutto alternarla a quella bianca, altrettanto buona e salutare.

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