Zuppa covata di verza
Zuppa di Verza covata, ispirata da gatta ci cova e dalla bellezza di una verza
Vi è mai capitato di unire involontariamente pensieri diversi uno all’altro, traendo da questa consecutio una fonte di ispirazione?
A me succede spesso!
Ricordo che, per questo motivo, i miei compagni di studio all’università spesso mi hanno odiata perché riuscivo a trovare dei collegamenti con l’esame che stavamo preparando anche da una battuta, magari da un film o dalle parole di una canzone.
Così mi è successo anche con la Zuppa di verza covata!
Un piatto antico, di cui avevo letto e avevo sentito celebrare la sua bontà. Supa coà è la vera dicitura di questa zuppa che oggi si trova nei menù di importanti ristoranti Vicentini che ripropongono i piatti della tradizione contadina, adattati ai nostri giorni.
Zuppa di verza covata; una zuppa fatta di pochi e semplici ingredienti invernali, il pane raffermo, la verza, la salsiccia o un po’ di carne del brodo avanzata e il brodo d’avanzo. Questa zuppa, un tempo, veniva lasciata sopra una stufa economica sempre accesa per difendersi dal freddo invernale a “covare”, cuocere lentamente.
Il 5 Febbraio 2018 è stata la giornata contro lo spreco alimentare e stavo ascoltando le riflessioni fatte in televisione quando, osservando la mia gatta che covava su quello che dovrebbe essere il mio piccolo spazio per le piante aromatiche, mi è partita la consecutio di pensieri.
Per la Giornata contro lo spreco alimentare: Zuppa di verza covata
Riflettevo come oggi ci sia la necessità di sensibilizzare le persone a non sprecare cibo, quando contemporaneamente sta dilagando la “moda” della cucina del senza.
Un tempo quando non c’era l’abbondanza che abbiamo oggi non esisteva neanche lo spreco alimentare!!
Nelle case dei nostri nonni non c’era la pattumiera dell’umido, perché non c’era nulla da gettare. Gli esigui resti, lasciati dentro al piatto, solitamente venivano dati al cane di casa oppure alle galline o ai maiali insieme a quello che rimaneva delle bucce delle cipolle e delle patate e delle parti dure delle verdure che prima venivano bollite per fare qualche zuppa e poi date in pasto agli animali per andare ad arricchire i magri avanzi.
Ai gatti invece venivano date le lische di pesce, quello pescato nei torrenti o nei laghetti dai ragazzi di casa.
Il povero gatto di casa però veniva lasciato sempre un po’ affamato perché assolvesse bene al suo ruolo di cacciatore di topi.
(Non come la mia gatta tranquilla e paffuta che cova minacciando il ciclamino).
La carne, invece, sempre molto poca, veniva usata tutta, gli ossi e le frattaglie per farne brodi, zuppe e sughi.
Nella cucina di un tempo non c’era la necessità di togliere, perché c’era già poco, ma tutto quel poco veniva rispettato e consacrato in buone e gustose ricette piene di sapore.
Queste riflessioni mi hanno ricordato che era da tempo che non preparavo la zuppa di verze covata.
Poche regole per fare buone zuppe
- Non cuocete mai troppo a lungo qualsiasi genere di zuppa, per salvaguardarne la fragranza.
- Le zuppe, soprattutto in Italia, sono spesso a base vegetale. E’ importante seguire la stagionalità delle verdure per ottenere i migliori risultati a livello di sapore.
- Il pane da utilizzare non è semplicemente un completamento della zuppa. Per il sapore non è la stessa cosa fare i crostini con il pane a cassetta industriale o comperarli già pronti. Preparateli con qualche fetta di buon pane del panettiere o di casa fatti con pasta madre il sapore che aggiungeranno alla zuppa sarà unico.
- I legumi secchi, prima sempre ammollati, vanno sempre messi a cuocere in acqua fredda non salata.
- Iniziate la zuppa con un leggero soffritto fatto con verdure e poco olio extra vergine di oliva.
- Il formaggio grattugiatelo poco prima di servire la zuppa, o direttamente sopra la zuppa. Sono banditi i formaggi già grattugiati che trovate sul ripiano del supermercato. Per il sapore non è lo stesso e neanche per molto altro…
Ecco gli ingredienti per la zuppa di verza covata
I pesi nelle zuppe non richiedono la precisione come in pasticceria.
Per circa 4 persone:
- 6 fette di pane casareccio raffermo
- 300 gr di salsiccia a metro
- foglie di verza sbollentata
- grana grattugiato a piacere
- brodo di carne bollente circa 1 litro
Come si prepara
- Tostate leggermente in forno le fette di pane casareccio raffermo.
- Portate a bollore una mezza pentola d’acqua e buttateci la salsiccia a metro dopo averla bucherellata affinché cuocendo si sgrassi perfettamente. Quindi scolatela, liberatela dal budello e sminuzzatela.
- Sbollentate delle foglie di verza e riducetele a listarelle
- Sistemate a strati in un tegame preferibilmente di terracotta le fette di pane tostate, la salsiccia sminuzzata e le foglie di verza ridotte a listarelle.
- Spolverate abbondantemente con del grana grattugiato e coprite tutto con abbondante brodo di carne caldo.
- Cuocete la zuppa circa un’ora e mezza in forno caldo a 170° – 180°avendo cura di coprirla mettendo a ” contatto” con essa un foglio di carta da forno.
- Togliete la carta da forno gli ultimi 10 minuti e cospargetela con altro formaggio grattugiato.
Vino consigliato: Durello fermo Monti Lessini D.O.C
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Più che a togliere penso sempre a come non buttare nulla, rispettando la sacralità del cibo e l’alimentazione sana e rispettosa non solo delle calorie ma anche del mondo che mi circonda, uomini, animali e piante.
Ti potrebbero piacere altre due ricette antiche con ingredienti di recupero come:
- La Putana gentile; torta tipica vicentina
- Oppure un’altra antica zuppa fatta sempre con avanzi di pane e funghi porcini, La panà
Sono tra le prima del mio blog e quindi potrai notare un poca di differenza nella foto, raccontando si impara.
Maria Teresa 14 marzo 2018 (21:57)
Cara Paola ho letto con grande interesse il tuo articolo, con tanti suggerimenti utili per la preparazione delle zuppe e altrettanti consigli per combattere lo spreco alimentare con pochi semplici gesti.
Condivido completamente quanto dici, anch’io sono stata educata fin da bambina a non buttare nulla, in particolare dalle mie nonne che avevano vissuto le due guerre.
La verza mi piace moltissimo, proverò la tua versione al forno.
Un abbraccio, ciao!
Prelibata 15 marzo 2018 (10:59)
Mi fa piacere che ti sia piaciuta, ti ho pensata perchè con i tuoi pani fatti con la tua farina di farro penso che potrebbe essere fantastica.