Quando le quote sono rosa… Buona (?) festa della donna!

Lavoratrici, mamme, casalinghe, cuoche, insegnanti… la professione multitasking per antonomasia? Essere donne!

Spesso sole all’interno di un sistema che, alla faccia dell’emancipazione, proprio non va.

Ma siamo tenaci e teniamo duro. Soprattutto in un Paese che, governato da secoli di politiche maschiliste aggravate da un certo tipo di moralismo cattolico, si distingue spesso tristemente rispetto al resto del mondo in quanto a disparità tra generi.

Sacrifici e rinunce sono spesso il nostro pane quotidiano, e mosche bianche sono quelle non costrette in qualche modo a fare una “scelta”.

Tra la famiglia e il lavoro, tra la vicinanza dei figli e il successo professionale la maggior parte delle volte. Senza contare tutte quelle che a immaginare una famiglia neanche possono arrivarci.

Perché vessate e prive di tutele.

Il segreto della realizzazione personale è per molte nel lavoro autonomo. E dove altro se no, in un Paese in cui mancano strutture pubbliche di sostegno e servizi privati a costo sostenibile, nonché la mancanza di flessibilità sul posto di lavoro?

E allora ecco che ci reinventiamo, partendo sempre da noi stesse, e coloriamo con il nostro tocco femminile le professioni più disparate.

Gli esperti lo ripetono da tempo: le donne sono il vero motore dell’economia.

Ma siamo soddisfatte?

Nell’ultimo rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo – “How’s life 2013”, in quanto a soddisfazione della vita, le donne italiane non arrivano alla sufficienza. Lavorano in media più degli uomini (tenendo conto di lavori domestici e di cura di figli e genitori anziani, oltre all’impiego professionale) e questo “doppio fardello” origina una “riduzione del tempo a propria disposizione e stress, con effetti negativi sulla qualità della vita e sulla salute”.

E se aumenta il tempo di lavoro, il tasso di impiego femminile rispetto a quello degli uomini è ancora inferiore e i salari pure.

I dati non sono incoraggianti e questa festa deve servire a riflettere. Meno mimose e più diritti.

 

Il nostro augurio, ad ogni modo, è che il mondo si tinga sempre più di rosa. Un rosa tenace e combattivo.

Nelle mani delle donne è il futuro del mondo.

 

se non ora quando

 

 

 

 

 

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