Pane di patate della Garfagnana
Innamorarsi del Pane di patate della Garfagnana a prima svista
Merito del mio risveglio lento!
Talmente lento che anticipo sempre di più l’ora della sveglia!
Ma la domenica , pur mettendo la sveglia, assecondo i miei tempi.
Faccio colazione con calma, ascoltando la tv e sfogliando qualche giornale o finendo il capitolo del libro lasciato in sospeso per addormentamento.
E’ successa proprio una domenica mattina, la svista che mi ha portato ad innamorarmi del pane di patate della Garfagnana e della sua storia.
Avrei voluto raccontarvi del pane della Garfagnana, dicendovi di averlo assaggiato durante un viaggio in Garfagnana e nella Valle del Serchio,
ma ahimè non posso scriverlo.
La cosa è andata molto meno poeticamente!
Colazione slow ma multitasking
In una lenta mattinata domenicale del post festività natalizie ( 7 gennaio).
Sorseggiando gli ultimi sorsi del mio caffè latte, tenevo tra le mani dei piccoli ferri da maglia, intenta a non perdere punti di un non ancora ben definito lavoro.
Tra una sferruzzata e l’altra mi sono incantata ad ascoltare alla tv, i racconti fatti da Livio Leonardi, conduttore di un interessante programma “Paese che vai “.
Quella domenica era a Lucca.
Ad un certo punto, introdotti dalla voce di Andrea Bocelli, inizia una rubrica, Paesi che vai eccellenze che trovi”, ed iniziano a raccontare la storia del pane di patate della Garfagnana, oggi presidio slow food.
Il signore intervistato dal conduttore ne raccontava la storia, di come ogni famiglia settimanalmente se lo producesse e cucinandolo nei forni a legna presenti in ogni contrada.
Un pane settimanale con un trucco per conservarlo morbido
Finché si svolgeva il racconto, il pane veniva anche preparato.
Nella semplicità dei gesti diventati automatismi il panificatore così raccontava:
“Il nostro pane ha il 50% di farro e l’altro 50% di una buona farina di grano macinata a pietra, 10% di patate lesse, perché la patata conserva e mantiene morbido il pane per una settimana.
Si è sempre messo il 20% di lievito madre per l’impasto della settimana prima tenuto da parte e ben accudito.
1% sale, aggiunto alla fine e acqua finché l’impasto ha sete. Poi in un panno di lino si lascia lievitare, fin quasi al raddoppio. Fate una bella croce sopra il pane e mettetelo in forno, facendovi la croce per ben tre volte… perché al resto ci deve pensare nostro Signore”
Tutto aveva un senso, la scelta degli ingredienti non era una moda
Oggi fortunatamente si ritorna a riscoprire i grani antichi.
Ritornare a coltivare grani autoctoni, ambientati a clima e terreno, significa avere in tavola cibo più sano ed avere i nostri piccoli meravigliosi centri italiani sempre vivi e in buona salute.
Così funzionava un tempo, la scelta degli ingredienti e la produzione di piatti era creata da ciò che il terreno offriva.
Il Farro è uno dei primi cereali introdotti in queste terre, resistente a climi piovosi e adatto a vegetare su terreni di una certa pendenza ed è tipico della Garfagnana.
Già gli antichi romani, che sono stati ovunque in Italia, producevano con il farro una pietanza chiamata Puls, una sorta di polenta di farina di farro arricchita con la farina di fave.
La farina di Farro macinata a pietra è ricca di fibre gustose e saporite, ha una buona capacità di produrre glutine quindi adatta anche alla produzione di panificati.
Delle patate lo sappiamo, da quando furono introdotte alla fine del ‘700 hanno anche sostenuto l’economia del tempo.
La storia dice anche che le patate sono state inserite nelle panificazioni per sopperire alle annate scarse di cereali, quale sia la ragione principale non lo sappiamo, la cosa certa è che donano al pane di patate della Garfagnana un sapore unico che lo distingue dal vicino e più famoso pane Toscano.
Ecco cosa vi serve per fare a casa il Pane di patate della Garfagnana
- 60 gr di patata lessa ( 10% del peso della somma della farina)
- 300 gr di farina di grano tenero ( io ho usato una farina integrale )
- 300 gr di farina di Farro ( ho usato la farina di Farro Monococco prodotto nelle terre in Molise)
- 120 gr di pasta madre ( il 20% del peso della farina, se usate lievito di birra)
- 300 gr di acqua
- 6 gr di sale ( 1% del peso delle farine)
- Un pò di farina di mais gialla
La preparazione è semplice
Se possedete una planetaria potete usarla e siete facilitate ma si può preparare benissimo anche sulla spianatoia.
- Lessate circa due patate, dipende molto dalle dimensioni, quindi vi consiglio di preparare una bella insalata di patate lesse e tenerne da parte 60 gr.
- Pesate le farine e mettetele nel boccale della planetaria o a fontana sulla spianatoia
- Aggiungete le patate lesse schiacciate e a pezzi il lievito madre
- Iniziate ad impastare aggiungendo un poco alla volta l’acqua
- alla fine aggiungete il sale
- Impastate bene finché l’impasto non risulterà liscio ed elastico. L’elasticità della pasta, si vede e si sente al tatto. Lo tocchi e senti che oppone una certa resistenza e che, pur lasciando subito la forma del dito.., poi riprende la sua forma
- Mettetela a lievitare in un telo di lino in un luogo riparato. Io non ho mai fretta per la lievitazione, ci vuole il suo tempo, circa 6 ore. Controllate quanto è cresciuto e se imprimete il dito la sua forma deve rimanere
- Scaldate per tempo il forno che deve essere almeno a 250°.
- Prima di infornare ricordate di fare la croce sopra il pane, così da evitare che si rompa sui lati.
- Meglio spruzzare sulle pareti del forno un pò di acqua per creare un certo grado di umidità all’interno
- Tre volte il segno della croce, 40 minuti circa di cottura ed il pane di patate della Garfagnana è pronto
Io non ho resistito.
L’ho gustato caldo con del buon parmigiano a tocchetti .. ma la morte sua sarebbe quella di accompagnarlo con dei buoni salumi.
Link utili
- L’Associazione Italiana Foodblogger dal 2017, ogni mese ha lavorato su interessanti approfondimenti regionali. Il nome del progetto è GranTour. Puoi darci uno sguardo e scoprire cose molto interessanti delle regioni già toccate dal GranTour di AIFB.
- Se ti piace panificare in casa, ho due amiche super esperte che spiegano nel dettaglio usi e scelte delle farine. I blog sono De Gustibus Itinera di Maria Teresa Cutrone, e le rubriche di Marianna Bonello del blog a quattro mani Sapori e Dissapori
- Tra le mie ricette invece molto più per principianti panificatori handmade, un pane che mi riesce sempre bene è il pane in pentola
Marzia 25 gennaio 2021 (9:49)
Salve,, vorrei provare a fare questo pane con la tua ricetta usando il lievito di birra fresco; qui si parla di 20% di lievito di birra cioè 120°g e mi sembra eccessivo. In cosa sbaglio? Puoi aiutarmi? Grazie grazie.
Prelibata 25 gennaio 2021 (12:19)
Ciao Marzia,
il 20% del peso della farina è calcolato per il lievito madre, se usi il lievito di birra dovresti usarne circa 10gr scarsi. Un cubetto di lievito di birra 25 gr equivale a 300 gr di lievito madre. Spero di esserti stata di aiuto.
Nella ricetta http://blog.prelibata.com/come-fare-il-pane-di-segale-a-casa/ ho usato appunto 10 gr di lievito di birra.
Fammi sapere come ti viene… è buonissimo questo pane, hai fatto venire voglia anche a me di rifarlo.
Maria Teresa 5 febbraio 2018 (18:57)
Carissima sono estasiata! Hai ottenuto un risultato eccellente! Come ben sai sono innamorata delle antiche ricette, e il farro mi soddisfa particolarmente. L’uso della patata è molto diffuso anche da noi in Molise, ed è vero, rende il pane morbido e gustoso.
E delle foto ne vogliamo parlare? Rendono perfettamente l’idea di sapienze antiche e atmosfere bucoliche. Fanno sognare. Grazie per aver condiviso questa meraviglia.
Un abbraccio forte <3
Maria Teresa
Prelibata 6 febbraio 2018 (8:08)
Grazie MariaTeresa, in fondo è anche grazie a te se mi sono potuta innamorare di questo pane. Le tue spiegazioni, il tuo sapere, la tua passione per le farine e la pasta Madre, trasmessa con così tanta passione e grazia mi hanno insegnato molto. Il prossimo pane della Garfagnana lo farò con la tua meravigliosa farina di Farro.