Salsa al caffè per l’arrosto della domenica
Una giornata dedicata al caffè, ed una bella scoperta.
Un buon profumo di caffè, di tostato, di pane, aleggiava nell’aria già prima di entrare.
Le note calde, avvolgenti, vellutate, quasi sensuali della voce di Paola Goppion ci accolgono ed inizia il racconto.
Tutto in Goppion parla di una storia di famiglia.
Un’azienda cresciuta mattone dopo mattone, da Luigi Goppion, intraprendente garzone di bottega, bravo a tostare i preziosi chicchi di caffè nel brustolin.
Una storia iniziata alla fine dell’800 a Preganziol un paese in provincia di Treviso.
Come avevo fatto a non accorgermi che Goppion è un cognome delle mie “parti”, Veneto? Era la domanda che continuava ad attraversare i miei pensieri, durante la visita.
Quante volte pensiamo di sapere e invece non sappiamo!
Conosciamo la marca, riconosciamo le confezioni, conosciamo il prezzo, ma non ne conosciamo la storia.
Quanta strada ha fatto, e quale strada ha fatto, per arrivare ad essere esposto sopra lo scaffale di un negozio.
Queste sono le storie che insegnano, che danno valore e amore al cibo e al caffè di ogni giorno!
Gli strumenti per il caffè
Ecco come il vino del Diavolo è diventato la nera bevanda legata al piacere
- Delle origini del caffè molto ne viene raccontato nella celebre raccolta di novelle “Le Mille e una notte“. Due sono le ipotesi più accreditate sulla scoperta del caffè.
- Venne scoperto per caso da un pastore, vedendo le capre eccitate dopo aver mangiato le bacche rosse.
- Si narra che Allah mandò l’Arcangelo Gabriele con la bevanda scura per aiutare Maometto malato morente. Dopo aver bevuto la nera bevanda, Maometto sconfisse quaranta guerrieri e diede il godimento a quaranta donne.
Certo è che dal VI secolo questa bevanda nera , dai poteri tonici e medicamentosi, divenne il simbolo dell’ospitalità orientale, dove il vino era proibito dal Corano.
Non si sa quando sia entrato in uso l’abitudine di tostarlo e macinarlo ma, come al solito, nulla succede per caso. Sembra che dopo l’incendio di una tenda si siano accorti che i chicchi ne uscivano scuri, pieni di profumo e fragranza, ricchi di un aroma nuovo e invitante.
- Tra una crociata e l’altra, in nome di un Dio che doveva essere di tutti, il caffè dai poteri miracolosi entra in Europa.
- I botanici hanno la certezza che la Coffea Arabica, pianta delle Rubiacee, sia originaria del Corno d’Africa, precisamente dell’altopiano etiopico.
- Nel 1544 a Istanbul vengono aperte le prime botteghe del caffè. In poco tempo diventano centinaia e i cardinali Italiani non potevano certo rimanere zitti. Viste le proprietà di questa bevanda scura e visto che voleva prendere il posto del vino, bevanda santificata dal sacrificio di Cristo, si preannunciò una battaglia della Chiesa.
- Ma a favore del caffè si espresse papa Clemente VIII, concludendo che l’aroma del caffè è troppo gradevole per essere un’opera del maligno e troppo buono per essere esclusiva bevanda dei Musulmani.
Il caffè in Europa
- La Serenissima di Venezia per la sua storia di commercio con l’Oriente è il primo porto di sbarco del caffè in Europa. Siamo agli inizi del 1.600.
- Dalla metà del ‘600 il caffè vive la sua grande stagione: dalla nascita del primo caffè in Europa, in piazza S.Marco, si arriva alla diffusione e alla vendita del caffè nelle farmacie e poi nelle botteghe.
- Parlano del caffè i letterati e i musicisti, da Voltaire a Bach.
- Diventa simbolo di libertà dopo il 16 dicembre 1773 passato alla storia per il Boston Tea Party.
- Ma pur con questa grande espansione, tra ‘800 e ‘900 il caffè rimane un genere di lusso. Le famiglie tostavano e bevevano una bevanda a base di orzo. In questi anni Luigi Goppion, orfano o figlio illegittimo, nato nel 1859 in un paesino in provincia di Treviso iniziò l’avventura di famiglia.
Forse fu proprio quello che lui non aveva avuto, una famiglia, la spinta che ha fatto crescere fratelli Goppion s.p.a.
Una storia di capacità e attenzione, tramandata di padre in figlio e in nipote.
Uniti, forse non sempre in accordo, ma insieme sugli eventi della storia.
L’impresa di Luigi Goppion, resistette e crebbe tra le due guerre, con le limitazioni della borsa nera e i cambiamenti dati dal colonalismo dell’era fascista.
Occuparsi di caffè non è solo commercio.
E’ scelta dell’origine e di chi lo lavora in terre difficili e spesso sfruttate.
Occuparsi di torrefazione e di miscele significa saper lavorare una materia prima sempre diversa, perché naturale e per dare un sapore sempre uguale perché identificativo del proprio caffè.
La miscela e la torrefazione sono la firma di chi lo produce.
Occuparsi di caffè, visto il mercato particolare, significa anche saper fare delle scelte etiche.
Le scelte etiche Goppion caffè le ha fatte.
Dal 1997 produce a proprio marchio un caffè speciale NATIVO, certificato da Fairtrade e da CCPB.
Insieme per cambiare il mondo è il claim di Fairtrade, insieme per non sfruttarlo e lasciare un mondo migliore a chi verrà dopo di noi.
Un po’ come ha fatto Luigi Goppion con la sua discendenza!
Utilizzo del caffè in cucina
Il caffè, con le sue note morbide ed eleganti è il tradizionale piacere del fine pasto.
Sorseggiato al volo, o compagno dell’ultima chiacchiera, chiude i fine pasto in forma liquida ma anche come ingrediente di meravigliosi dolci, primo fra tutti il famoso Tiramisù.
Ma la grande versatilità del suo aroma rende il caffè adatto anche per la preparazione di piatti salati.
Caffè e carne cotta hanno sapori affini. Lo so che a molti questo abbinamento potrebbe sembrare un azzardo.
Questa accoppiata in realtà è molto usata, ad esempio nella cucina del Sud America, dove abbondano le piantagioni di caffè.
Per un arrosto della domenica, un po’ speciale, magari per far colpo senza troppa fatica sui commensali, vi propongo una salsa al caffè che io ho voluto abbinare ad un filetto di maiale.
Il risultato è stato veramente superlativo!
L’ho abbinato a delle semplici patate bollite con la loro buccia, dopo averla pulita bene. Tagliate a fette sottili e passate leggermente al forno, con qualche fiocchetto di burro o qualche goccia di olio.
Ecco gli ingredienti che servono per fare fare la salsa al caffè per l’arrosto di carne
Ingredienti per 4/6 persone
- una noce di burro
- 1 scalogno
- 1 kg noce di maiale o filetto.
- un cucchiaio da cucina colmo di farina
- 2 rametti di rosmarino
- 1 bicchiere di latte
- 3 tazzine di caffè piene. Ho usato il NATIVO, perchè corposo e vellutato.
- 2 cucchiai di panna fresca
- un cucchiaino da caffè di sale e una punta di cucchiaino da caffè di pepe
Inizio con il preparare l’arrosto di carne
- Mettete a soffriggere la cipolla con un la noce di burro.
- Nel frattempo, facendo attenzione che la cipolla non si bruci ma che diventi leggermente di colore dorata, passo la carne sopra i due cucchiai di farina distribuiti sopra un foglio di carta da cucina.
- Mettete poi la carne dentro il tegame con la cipolla e aggiungete il rosmarino, un quarto di bicchiere d’acqua e il bicchiere di latte.
- Coprite il tegame e fate cuocere a fuoco lento per almeno un’ora e mezza.
- A metà cottura, aggiungete 2 tazzine di caffè, appena si sarà asciugato, aggiungete ancora un poco d’acqua.
- Alla fine regolate di sale e pepe, togliete la carne dal tegame e usate il fondo di cottura per fare la salsa al caffè.
Per fare la salsa al caffè da abbinare alla carne
- Al fondo di cottura dell’arrosto aggiungete la panna e la tazzine di caffè rimaste.
- Lasciatela per qualche minuto sul fuoco bassissimo che si rapprenda un po’.
- Quindi servite la carne tagliata a fette accompagnata dalla salsa al caffè.
- Per una migliore riuscita potete frullare la salsa con il frullatore ad immersione, così da renderla una crema vellutata.
Il vino da abbinare ad un arrosto con salsa al caffè:
Consiglio di abbinare un vino rosso, tannico. Rimanendo in terra Veneta un Cabernet, un Marzemino Savardo, vino apprezzato anche da Goethe!
Racconti al caffè- Link love
Insieme a me in questa bellissima giornata dedicata al caffè altre amiche di AIFB associazione Italiana Food Blogger
- Silvia Zanetti del blog Officina Golosa, alla quale ho dedicato le forbicine nella foto di preparazione, .. ho tagliato il rosmarino, Silvia! Mentre io mi affascinavo alla storia e mi incantavo a guardare le cose bacucche, lei elaborava mentalmente la ricetta dimostrando una capacità non comune.. un pò come chi possiede l’orecchio assoluto. Ha preparato il fegato di vitello al caffè dolce con cipolle caramellate al miele di castagno.. una sinfonia da gustare e i suoi bambini si sono leccati le guance.
- Silvia Coletto, la donna di mare, in montagna per amore, sta arrivando con la sua ricetta dolce. Una frolla al caffè abbinata alla marmellata di arance. Vale sempre la pena fare un giro nel suo blog Dolcimareemonti
- Avevo già parlato di caffè, lo adoro. Se anche a te piace tanto, ti consiglierei di andarti a vedere la ricetta del caffè alla nocciola, e le regole per il buon caffè.
Note: Non ho ricevuto nessun pagamento per scrivere questo articolo 😉
silvia 18 febbraio 2018 (18:54)
Ecchedire se non rimanere con gli occhi spalancati di meraviglia nel leggere il tuo post e guardarne le tue foto. Per quanto poco ti conosca ti ritrovo in ogni parola e la tua ironia mi fa sorridere un sacco. Grazie per le forbicine 🙂 e grazie per aver condiviso con me quella splendida giornata. Sei bravissima e da te c’è molto da imparare.
Prelibata 19 febbraio 2018 (10:02)
Grazie Silvia, mi fa molto piacere che tu dica di ritrovarmi in ciò che scrivo. Anche per me è stato un vero piacere conoscerti e sei stata eletta mia consulente di sapori.. sappilo 😉